la storia

Sono tanti quelli che hanno ballato con la musica de “i Pipistrelli”. Molti hanno amoreggiato, pomiciato, si sono fidanzati e poi anche sposati grazie alle scintille scoppiate mentre si dondolavano cullati dalle note suonate dai Pipistrelli, storica band rossanese. Era il 1966 quando Aldo Capristo, Giovanni De Rosis, Elio De Simone, Giuseppe Fontanella, Guglielmo Labonia, Pino Nigro, tutti con la passione della musica nel dna, decisero di mettersi insieme per suonare. Capristo cantava, De Rosis stava alla batteria, Elio De Simone alla chitarra solista, Fontanella all’organo, Labonia cantava e suonava la chitarra e Pino Nigro chiudeva il gruppo con la chitarra basso, Così questi giovani, forti della loro solida preparazione musicale, armati di tanta buona volontà e di una grande dose di entusiasmo, partirono per la loro avventura musicale che in pochi anni li portò a esibirsi in giro per l’Italia. Perché il nome Pipistrelli? I fratelli Scazziotta, che avevano la merceria e la sartoria davanti alla Cattedrale, avevano confezionato loro dei mantelli neri che si allacciavano ai polsi e così quando muovevano le braccia il mantello assumeva le sembianze delle ali dei pipistrelli e poi i pipistrelli si muovono di notte, proprio come loro che andavano in giro a fare serate.

Prima della nascita dei Pipistrelli Elio, Giuseppe e Pino, con Attanasio Marchianò alla batteria, le voci di Marco Borgogno e Ernesto De Russis, tutti studenti della Ragioneria di Rossano, si erano divertiti a strimpellare e cantare e alcuni tra di loro avevano messo su un gruppo dal nome “i Gentleman”.

Tra il 1968 e il 1969, lasciarono i Pipistrelli Giuseppe Fontanella e Giovanni De Rosis, presi dagli studi universitari e dal lavoro fuori dalla Calabria e fece il suo ingresso nella band il batterista Giuseppe Galati che fino ad allora aveva suonato con “i Merris”, un altro gruppo organizzato dal prof. Paolo Gallina, indimenticabile docente rossanese di musica, alla scuola del quale hanno imparato a suonare intere generazioni di ragazzi. Per inciso: nei Merris oltre al prof. Gallina e a Giuseppe Galati suonavano Pasquale Madeo, Santo Perri e Giorgio Sanzi.

Era il periodo del boom economico e la gente avvertiva il bisogno di vivere, uscire, divertirsi, apprezzando quei nuovi ritmi musicali che avevano soppiantato il genere melodico in voga fino ad allora. Così in quegli anni, anche in Calabria, furono tanti i gruppi musicali che vennero alla luce. C’erano i “The Apaches” di Crotone, nati per l’iniziativa del chitarrista Roberto Falcone, i “Ciros” di Cirò fondati da Cataldo Amoruso, Nick Malena e Nicodemo Malena, i “Madison” di Cosenza e tanti altri. Comunque i Pipistrelli si imposero subito all’attenzione suonando nei più importanti locali della zona. Una sera potevi trovarli al Lido Maritato al 114 di Villapiana e un’altra alla Pagoda di Cirò Marina, oppure alla Castagna di Piana Caruso sulla montagna di Corigliano o all’Hotel Zagara sempre di Corigliano, all’Agip di Castrovillari o alla Lucciola a Cariati. E poi c’erano le feste di piazza dove i Pipistrelli erano una presenza costante che fosse Rossano, Longobucco, Caloveto o altri paesi del circondario. Ovviamente a Rossano il gruppo imperversava: a Sant’Angelo al Lido di Gioffré, all’Hotel Murano, a Momena, in montagna da Orlando, da Felicetti e via dicendo.

Spesso si aggregavano al complesso le sorelle Monaco che arricchivano il repertorio delle serate con le loro esibizioni canore e Pierluigi De Simone che suscitava forti emozioni col suo formidabile sax. Intanto il successo aumentava insieme agli inviti a prendere parte a tante iniziative musicali. A Mirto, il Lido dei fratelli Capristo divenne “Il Ritrovo dei Pipistrelli” grazie alla loro presenza assidua. A cavallo degli anni ‘70 il gruppo si esibì a Rossano durante tutte le manifestazioni che si tennero allo stadio cittadino. Erano sul palco in occasione della manifestazione “Voci Nuove” che vide la partecipazione di Caterina Caselli e di Carmen Villani col famoso tastierista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra Vince Tempera. Suonarono durante la serata in cui si esibì a Rossano Tamara Baroni con Iller Pattacini, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra che andava per la maggiore. Ed erano presenti anche quando cantò a Rossano Giuliana Valci. Insomma non c’era a Rossano e nel circondario manifestazione canora che non vedesse tra i protagonisti anche i Pipistrelli. E fu così anche nel 1972 per la tappa rossanese del Cantacalabria organizzato da Saverio Mancini di Vibo Valentia insieme a Daniele Piombi e Ezio Radaelli. In questo crescendo fu importante la tournée che realizzarono nel 1969 in Toscana. A Pisa suonavano al Placentario, ma il culmine lo raggiunsero con l’esibizione alla “Bussola”, in Versilia, proprio nel tempio della musica che aveva incoronato tanti big della canzone italiana a iniziare da Mina. In quell’anno, appena tornati dalla Toscana, si esibirono al “Maria de Rosis” durante la manifestazione “Cantapaese” condotta una sera da Mike Bongiorno e la sera successiva da Pippo Baudo.  Bongiorno, nel presentarli al pubblico, mise in risalto la circostanza che la band era reduce dal successo ottenuto nella recente tournée in Versilia.

Nel 1970 il complesso si arricchì della presenza di Cheryl, una ragazza di madre lingua inglese che cantava e che col suo accento portò ai Pipistrelli una nota ancora più marcata di internazionalità. Non bisogna dimenticare che negli anni ’60 e ‘70 la scena canora era dominata da molti gruppi e artisti stranieri. I Pink Floid, i Beatles, i Rolling Stones, Carlos Santana, Jimi Hendrix erano diventati fenomeni di comunicazione di massa di proporzioni mondiali, simboli di liberazione rispetto a una cultura conservatrice imperante e questi generi musicali nuovi non lasciarono indifferenti i Pipistrelli che iniziarono a interpretare i loro successi in modo magistrale. Nel 1971 raggiunsero Cheryl altre tre ragazze inglesi, Anne, Leslie e Linda e il gruppo, impreziosito dalla presenza di queste nuove voci, fece un ulteriore balzo qualitativo.

Nella scaletta delle serate del gruppo comunque mai venivano tralasciati i pezzi degli artisti e dei gruppi italiani che andavano per la maggiore: Battisti in primis e poi le Orme, la PFM, i New Trolls e tanti altri. Superlativa era la loro interpretazione del “Concerto Grosso” proprio dei New Trolls. In una serata la programmazione dei Pipistrelli prevedeva l’esecuzione di circa una quarantina di brani che consentiva di spaziare ampiamente in un repertorio nazionale e internazionale. Com’è facile intuire, mancavano però i pezzi di Claudio Villa e di Orietta Berti.

Il 1970 coincise anche con l’arrivo nel gruppo dell’avellinese Michele Acampora, che fece il suo esordio il 26 settembre per la festa cittadina organizzata in occasione dei festeggiamenti per San Nilo. Acampora era un musicista che, grazie ai suoi virtuosismi con l’organo, trasmetteva l’idea dell’artista tutto genio e sregolatezza e il gruppo, arricchito da questa new entry, riuscì a essere ancora più coinvolgente.

Nel 1972, essendo Guglielmo Labonia, partito per il servizio di leva, fu sostituito come cantante da Antonio Battista, un artista di Avellino.

Ma i Pipistrelli non erano solo i musicisti. Girava intorno alla band tutta una organizzazione fatta di tecnici e di aiutanti che assicuravano l’allestimento, la gestione e l’efficienza della numerosa strumentazione necessaria a garantire gli alti livelli raggiunti. Franco Zito, Mario Leone, Giuseppe Russo, Pierino Colamaria, erano gli angeli custodi del gruppo, una presenza preziosa e costante, prima, durante e dopo ogni concerto. Nel 1974 il gruppo fermò la sua attività anche se sporadicamente faceva ancora qualche esibizione.

La passione però era sempre forte e così nel 1999 i Pipistrelli ripresero l’attività, ma, appunto, solo per passione e con l’immissione, man mano, di altri musicisti che arricchivano la squadra: Pasquale Tarantino, Eugenio Felicetti, Gianfranco Ferrarese, Antonio Salvati Pierino Savoia e altri. La parte canora vide invece la partecipazione delle belle voci di Simona Mangano, Laura Caruso, Adelaide Calarota e Graziella Veneziano, mentre Carmen Linardi impreziosiva la scena con la sua dolce danza.

Nella sua versione ultima la squadra de i Pipistrelli, oltre agli storici Guglielmo, Aldo, Elio e Pino, ha visto la presenza di Mimì Brunetti alla seconda chitarra, di Vincenzo Beraldi alle tastiere e di Giuseppe Parrotta alla batteria. Comunque le serate hanno continuato a essere sempre tante: a Piazza Steri, a Rossano, nel 2005, 2010, 2014, 2015, 2020, costantemente a Mirto in occasione del Memorial dedicato a Giuseppe Capristo. In uno degli ultimi concerti in Piazza Steri hanno accompagnato il gruppo anche le voci dei giovani Pietro e Giuseppe, figli di Guglielmo Labonia. Mentre in una serata a Mirto le tastiere sono state affidate a quel fine musicista che è Pasquale Nigro, figlio di Pino. Infine i Pipistrelli hanno preso parte negli ultimi anni agli incontri del Consiglio Nazionale del Notariato tenutesi a Riva del Garda, a Roma, a Tropea, a Scilla, a Taormina, a Pesaro. L’esibizione di Pesaro fu importante perché in quell’occasione la prima serata fu allietata dall’orchestra del famoso maestro Demo Morselli e il giorno dopo da i Pipistrelli. Insomma, questo gruppo musicale per oltre cinquant’anni è stato una presenza costante delle feste rossanesi e del circondario, allietando con la sua musica molte manifestazioni cittadine e contribuendo a rendere più serena la vita di tanti.

Rizzo Martino A., Noi che ballavamo con la musica dei Pipistrelli. Informaz. & Comun. 16.2.2022