B – Navata Centrale

B –  Navata Centrale

b3 – Altare principale

b4 – dipinto dell’Immacolata tra i Santi Cristoforo e Francesco

b5 – ambone

b6 – lampada

b7 – Madonna Immacolata

b8 – Santa Lucia

b9 – Santa Rita

b10 – San Pasquale Baylon

b3 – Altare principale

Sarebbe ingiusto parlare della magnificenza di questo altare senza soffermarsi su ogni piccolo particolare che lo compone. Infatti si è di fronte a una grande opera d’arte costituita da tante piccole e grandi opere d’arte. Partiamo dal basso.

L’altare, realizzato dal frate Giovanni Antonio da Sersale è del 1796 (c2) ed è stato eseguito con marmi misti, scolpiti, intarsiati e policromi. L’opera nel suo insieme è di pretto gusto settecentesco. In tutti e due gli angoli una corona in marmo bianco sovrasta lo stemma della famiglia Abenante, diviso in quatto campi nei quali si alternano un leone e un’aquila. Sotto lo stemma, a carattere maiuscolo, bene in evidenza, è riportata la dicitura ABENANTE (a).

Nel paliotto centrale, sempre in marmo scolpito e policromo intarsiato, è raffigurato in bassorilievo San Bernardino da Siena (b).

La porta del tabernacolo, custodita da due angeli in marmo, invece è in argento sbalzato, bulinato, inciso e dorato (c).

Sopra l’altare è possibile ammirare uno splendido crocifisso ligneo scolpito a tutto tondo e dipinto, opera del 1639 del frate siciliano Umile da Pietralia, autore di crocifissi e sculture lignee di impressionante impatto visivo (d). Umile da Pietralia, al secolo Giovanni Francesco Pintorno, nacque sulle Madonie intorno al 1600 e quando abbracciò i voti dell’ordine francescano scelse di sposare il misticismo con l’arte. Morì il 9 febbraio 1639, in odore di santità e l’Ordine dei Frati Minori, al quale apparteneva, lo annovera tra i Beati. Operò principalmente in Sicilia, ma in Calabria sono presenti alcune sue opere: nel convento francescano di Bisignano e nella chiesa del convento francescano di Cutro. Nella sua opera di Rossano è evidente la resa anatomica e l’espressione dolente della testa chinata, che dà alla figura un forte realismo.

Dietro il crocifisso c’è un dipinto, olio su tela, del sec. XVII, realizzato in ambito meridionale, con   Maria Maddalena e San Giovanni che hanno i volti protesi verso l’alto per contemplare la croce col Cristo (d).

Ai lati, nei bordi della nicchia dove sono collocati il crocifisso e il dipinto, sono posizionati due pannelli decorati, olio su tela del XX secolo, che riportano oggetti utilizzati durante la crocifissione (scala, martello, tenaglia, frusta, spada, ecc.) e che comunque richiamano momenti della passione (il gallo, il sudario, ecc.) (e).

L’altare, verso l’esterno, è completato e rifinito con stucco marmorizzato e modellato, sia policromo che dorato, mentre in alto si può ammirare un dipinto di San Bernardino, olio su tela del 1726, che guarda in alto con occhi imploranti il perdono per non aver accettato la mitra e il pastorale da vescovo, relegati in un angolo. Infatti il Santo per ben tre volte si rifiutò di fare il vescovo di Siena (f).

a:

 

b:

 

c:

 

d:

 

e:

 

 

f:

 

b4 – Dipinto dell’Immacolata tra i Santi Cristoforo e Francesco.  L’opera è attribuita a Genesio Galtieri, pittore nato a Normanno il 1737 che fu uno dei massimi artisti della pittura calabrese del XVIII secolo. La Vergine è raffigurata nell’atto di calpestare una falce di luna e un serpente. Questa iconografia trae origine da un verso dell’Apocalisse di Giovanni Evangelista «La donna e il serpente» (12, 1).  Ai piedi della Madonna San Cristoforo guarda con dedizione verso il bimbo-Gesù per assicurarsi delle sue condizioni dopo il guado, mentre San Francesco resta in atteggiamento riverenziale e devoto. In basso è presente lo stemma della famiglia Abenante che con molta probabilità commissoniò l’opera

 

b5 – ambone. Pulpito ambone del XVII secolo realizzato dal frate Francesco Maria di Guido. L’opera intagliata e intarsiata è realizzata in noce con al centro la figura di San Bernardino che regge nella mano sinistra un libro e nell’altra un ostensorio, mentre gli altri intarsi sono a carattere floreale. Francesco Maria di Guido ha lasciato in provincia di Cosenza tanti altri lavori realizzati con la stessa tecnica.

 

b6 – lampade realizzate sempre dal frate Francesco Maria Di Guido

 

b7 – Madonna Immacolata. Statua dell’Immacolata che schiaccia il serpente, di bottega calabrese del XIX secolo

 

b8 – Santa Lucia. Statua di bottega leccese realizzata nel XX secolo in cartapesta e legno dipinti

 

b9 – Santa Rita. Statua di bottega leccese realizzata nel XX secolo in cartapesta e legno dipinti

 

b10 – San Pasquale Baylon. Spagnolo, era un frate dell’ Ordine dei Frati Minori Alcantarini, molto venerato nel Mezzogiorno d’Italia. Evidentemente questa ammirazione regnava anche tra i francescani rossanesi in quanto nella Chiesa di San Bernardino gli era stata dedicata la terza cappella a sinistra e la famiglia Malena aveva fatto realizzare questa statua, intorno alla seconda metà del ‘700, in legno scolpito e intagliato e poi dipinto da artisti calabresi. Sulla base del piedistallo compare lo stemma di questa famiglia