il Monitore Bruzio
Il 1 settembre 1860 Garibaldi giunge trionfalmente a Cosenza e il roglianese Donato Morelli è investito del governo della provincia con pieni poteri. Dall’11 settembre compare, per i tipi della tipografia di Giuseppe Migliaccio, che aveva stampato tutti i precedenti periodici, essendo l’unica tipografia a Cosenza, Il Monitore Bruzio, giornale ufiziale della Calabria Citeriore, diretto da Davide Console. Per portare a compimento «il bisogno degli Italiani di ricomporsi in una sola famiglia, bastava la rivoluzione?», si domanda il giornale nella presentazione. La risposta è negativa:
«Il provano gli inutili e dolorosi sacrifici che l’Italia deplora». Era necessario che il «movimento italiano verso l’unificazione fosse regolato con prudenza contemperata all’ardimento». Il programma del giornale «sarà quello del vincitore di Palermo: Italia e Vittorio Emanuele. Felici se la nostra parola avesse pur ridonato un italiano all’Italia».Il periodico ha numerose rubriche: cronaca interna, notizie, corrispondenze, attualità; presenta nella parte ufficiale gli atti del governatorato provinciale e quelli più importanti del governo centrale. La parte non ufficiale «pilotata», con le sue cronache, gli appelli alla concordia e alla moderazione, le professioni di fede di personalità, gli osanna ai Savoia e quelli a mano a mano più tenui per Garibaldi, la propaganda intensa e continua per il plebiscito con minacce più o meno velate nei confronti degli oppositori e degli astensionisti, i risultati della votazione comune per comune ecc. sono indicativi del processo attraverso il quale si è venuta formando la nuova classe dirigente calabrese. Subito dopo le votazioni del 21 ottobre 1860 il governatore Morelli si dimette per divergenze con il governo centrale e il suo successore barone Luigi Vercillo decreta la soppressione de Il Monitore Bruzio la cui direzione era passata, caduto Morelli, da Davide Console a Gaetano Ugo Clausi.
Il Monitore Bruzio da Mario Grandinetti. Giornali del Risorgimento in Calabria. Rivista Calabrese di Storia del ‘900 – 2, 2011, pp. 27-36
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