la Domenica delle Palme e la chiesa rossanese di San Nicola all’Ulivo
Ci fu un tempo in cui durante la Domenica delle Palme nella Chiesa di San Nicola all’Ulivo c’erano tanti fedeli arrivati con i ramoscelli d’ulivo da far benedire perché forte era il legame che univa quest’edificio sacro con le piante di ulivo, ricchezza di Rossano.
Il de Rosis, nel suo “Cenno storico della Città di Rossano …” del 1838, racconta che «Al di sopra di questa congregazione (dell’Addolorata) vi era la chiesa di S. Gregorio, ora demolita, ed a sinistra la casa del signor de Franchis, al di sopra della quale quella del signor Leonardis, e quindi la chiesa di S. Nicola delle Olive, poichè ivi ne’ tempi andati faceansi preci per la buona conservazione degli estesi oliveti del territorio».
Una scheda del censimento relativa alle chiese delle diocesi italiane, realizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana, a proposito di San Nicola all’Ulivo afferma che la stessa risale al X – XI secolo e che «Probabilmente la chiesa è stata edificata nello stesso periodo della chiesa di San Marco e della Panaghia. Si tratta, dunque, di una delle Chiese bizantine di Rossano».
Lo storico Gennaro Mercogliano nel suo interessante e stimolante testo “L’imperatrice Teofano e il Codex”, del 2016, fa risalire proprio all’imperatrice Teofano, ospite di Rossano nel 982, ben quattro chiese dedicate a San Nicola di Mira a cui la sovrana era «intimamente devota»: San Nicola la Placa (sotto il convento di San Domenico, oggi non più esistente), San Nicola di Comizia (nei pressi di Santa Chiara, oggi non più esistente), San Nicola al Vallone (oggi Sant’Anna) e San Nicola all’Ulivo ancora esistente.
Inoltre il Museo Diocesano di Rossano conserva un’acquasantiera in pietra scolpita, del IX – X secolo, proveniente da San Nicola all’Ulivo. In questa acquasantiera sono rappresentate le colombe che si abbeverano e che simboleggiano l’universalità del popolo cristiano che si disseta dalla fonte d’acqua viva, salvifica sia grazie al battesimo che all’estremo saluto. Da tener presente che la simbologia delle colombe e dell’acqua si ritrova nei mosaici del mausoleo, del V secolo, dell’imperatrice Galla Placidia a Ravenna che rappresenta un raffinato esempio di arte bizantina.
Insomma molti sono gli indizi che portano ad affermare che la chiesa di San Nicola all’Ulivo è un’altra delle tante testimonianze della storia bizantina della Città che però, purtroppo, nei secoli non ha avuto la giusta attenzione che avrebbe meritato.
La chiesa, attiva fino agli anni ’60 del secolo scorso, presenta un interno a una sola navata coperta con capriate in ferro. La sacrestia è di forma rettangolare, di modeste dimensioni, dalla quale si accede dal lato destro del presbiterio. L’edificio è privo di una facciata principale, infatti l’ingresso è posto sul lato sinistro dell’aula, ma fatto grave oggi è maltenuta ed è diventata quasi un deposito.
E allora sorge spontaneo chiedersi: chissà se un giorno sarà possibile riprendere la tradizione e ritornarci la Domenica delle Palme per la benedizione dei ramoscelli d’ulivo. Anche questa sarebbe un’occasione per quella rivitalizzazione del Centro Storico auspicata da tutti.