Marco De Simone

        Salvatore Marco De Simone, da tutti detto Marco, nacque a Rossano il 20/4/1914 da una famiglia di contadini; il padre era emigrato in Argentina, per cui visse prevalentemente con la madre e con i nonni materni.

Frequentò le scuole cittadine e conseguì il diploma di maturità classica. Al 1° anno del Ginnasio abbandonava gli studi per un anno, preferendo lavorare come apprendista nella bottega di mastro Saverio Orlando; in seguito riuscirà a recuperare l’anno perso, studiando da privatista. All’epoca della sua giovinezza miseria, arretratezza, analfabetismo, sfruttamento, corruzione, privilegi e soprusi di ogni genere caratterizzavano larghi strati della società rossanese.

Marco ne era colpito ed osservava tutto con grande attenzione. Le ripercussioni di tale analisi sul suo animo saranno indelebili e ne guideranno le azioni per tutta la vita.

Si avvicinò alla Chiesa cattolica ma ne uscì deluso; la “scoperta” di Marx risultò decisiva per il suo orientamento sociale e politico. Nel 1934 organizzò a Rossano una cellula comunista, di cui facevano parte soprattutto operai e, in seguito, studenti.

Era visto con sospetto dalle autorità fasciste tant’è vero che, tornato per pochi giorni a Rossano da Firenze, dove frequentava l’università, venne accusato di aver issato una bandiera rossa sul monumento dei caduti. Rispose in modo sarcastico ai suoi accusatori; la sua casa venne perquisita (un ritratto di Leonardo da Vinci venne scambiato per quello di Marx!). Arrestato, fu mandato al confino prima a Melfi, poi in provincia di Potenza. Tornato libero, riprese gli studi e i contatti con vecchi e nuovi elementi antifascisti. Nel 1944 il Partito lo inviò a Ravenna affidandogli, come capo partigiano, la direzione politico-militare di due zone. Ricordava sempre che l’obiettivo principale era la liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti. Nel 1945, anno della Liberazione, tornò in Calabria per rafforzare il Partito.

A partire dal 1952 si dedica all’insegnamento della lingua inglese, si sposa con Rita Orlando dalla quale avrà due figli: Antonella e Sergio.

Marco continuò ad impegnarsi in politica, diventando sempre più un “uomo simbolo”, apprezzato anche dagli avversari, coerente nella sua scelta di vita e sempre attento alle fasce più deboli della cittadinanza. Fino al 1983 fu Consigliere comunale e capogruppo del P.C.I.; dal Settembre del 1975 al Giugno del 1976 fu sindaco della città. Consigliere provinciale per 14 anni, fu eletto Senatore della Repubblica nel 1961; Consigliere regionale, con incarichi vari, dal 1976 al 1980.

Si è spento a Firenze il 26 Luglio del 1994.